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Spine Solution: liberi dal mal di schiena senza intervento chirurgico

Il mal di schiena è una delle patologie più diffuse al mondo. Colpisce trasversalmente tutte le fasce della popolazione, dai più giovani ai più anziani, dagli sportivi a chi adotta uno stile di vita sedentaria.
La buona notizia è che oggi, grazie a nuove tecnologie ed eccellenze mediche, è possibile trattare e risolvere le ernie discali, le protrusioni e altre patologie spinali – spesso dolorose e invalidanti – senza interventi chirurgici.

 

Ma cosa sono ernie e protusioni? Come si manifestano e, soprattutto, come si curano?

 

L’ernia del disco, in particolare, è la principale patologia degenerativa della colonna spinale. Una condizione che talvolta può estendersi anche alla gamba, andando a comprimere il nervo sciatico.
La localizzazione più frequente, nella maggioranza di casi, interessa i dischi intervertebrali L4-L5 e L5-S1, seguiti dai dischi della regione cervicale (C5-C6, C6-C7) e, più raramente, da quelli in sede toracica.

Il disco, costituito da una parte esterna detta anulus fibroso, e da una parte interna ad elevato contenuto di acqua, il cosiddetto nucleo polposo, ha una funzione dinamica fondamentale per la mobilità, fungendo da ammortizzatore tra le vertebre e contribuendo a rendere la colonna spinale flessibile.
Nelle ernie è possibile notare la fuoriuscita di parte del nucleo polposo, una condizione che compromette la funzione della colonna, così come la mobilità e, in caso di persistenza o trascuratezza del problema, la qualità della vita.

Le protusioni, al contrario di quello che comunemente si pensa, non sono invece ernie di entità minore, ma prominenze discali della porzione esterna l’anulus fibroso.
La gravità e la dolorosità di ernie e protusioni sono dovute alle posizione delle stesse. Se infatti il fenomeno è localizzato in un canale interessato dal passaggio di una radice nervosa, come ad esempio il nervo sciatico, la sintomatologia sarà violenta ed estesa anche agli arti inferiori.

Proprio per questo motivo, una protrusione localizzata in una sede “sensibile” può determinare un dolore maggiore rispetto a un’ernia che non impegna il canale in cui passano le radici nervose, chiamato forame.
La sintomatologia, così come il dolore a essa associato, è pertanto in più stretta correlazione con la sede della protrusione o dell’ernia piuttosto che con le dimensioni del fenomeno.

Il mal di schiena, infine, può essere una condizione dovuta anche a fenomeni estranei a ernie o protusioni, come le infiammazioni delle articolazioni delle colonna, genericamente in associazione all’artrosi. In questi casi il dolore si manifesta “a freddo”, tendendo a ridursi dopo una moderata attività fisica e ripresentandosi a fine giornata o dopo una intensa attività. Ne è un esempio classico il dolore associato al passaggio dalla posizione sdraiata a quella seduta, oppure in piedi.
In presenza di queste infiammazioni, azioni semplici come scendere dalla macchina, alzarsi da letto o lavarsi la faccia diventano dolorose.

 

Una volta stabilita la causa e la localizzazione del problema, come si procede al trattamento non chirurgico, e come questo risolve il problema?

 

Il trattamento chirurgico può ancora rappresentare una scelta fondamentale, ma solo nella gestione dei casi più emergenziali in cui il rischio di un danno nervoso diventa concreto. In tutti le altre situazioni, oggi, si può ricorrere a procedure risolutive non invasive.

Nucleolisi, radiofrequenze e discectomie laser sono le terapie in grado di unire minima invasività e massima efficacia. Su oltre 5000 pazienti trattati personalmente con queste tecnologie, nel 90% la risoluzione del dolore è stata, infatti, rapidissima. A tutto vantaggio di una ritrovata qualità della vita.

 

Come funziona una seduta di trattamento?

 

Le procedure sono eseguite in regime ambulatoriale e non necessitano di anestesia generale o sedazione. Il paziente viene disteso sul lettino della TAC, quindi si procede alla valutazione preliminare tramite scansione.
Determinata la sede e la patologia da trattare, nonché l’accesso cutaneo più adeguato, si procede, senza alcun dolore da parte del paziente, a raggiungere il disco vertebrale tramite un sottilissimo ago sotto guida TAC.
Una volta raggiunto lo spazio discale, si procede a una piccola anestesia locale per evitare qualunque disagio al paziente.

Il passo successivo è quindi la somministrazione di una piccola quantità di miscela gassosa composta di Ossigeno e Ozono.
Grazie a quest’ultimo, l’ernia viene disidratata, ottenendo la graduale riduzione delle sue dimensioni e della compressione dell’ernia sulla radice nervosa, consentendo una riduzione tempestiva del dolore e della sintomatologia già nelle prime ore successive al trattamento.

Oggi non ha più senso convivere con il mal di schiena, di qualunque tipo ed entità esso sia. Con le tecniche di ultima generazione, finalmente è possibile liberarsene senza interventi invasivi, senza ricoveri ospedalieri e senza lunghi periodi di riabilitazione.

Basta sapere come.

Dott. Armando Conchiglia
specialista in Radiologia e Radiologia interventistica